ANNO 14 n° 119
Peperino&Co.
Massimiliano Fuksas
a Civita Castellana
di Andrea Bentivegna
02/01/2016 - 02:00

di Andrea Bentivegna

VITERBO - Massimiliano Fuksas è probabilmente il più televisivo degli architetti italiani, come dimostra la parodia esilarante che ne fa Crozza, ma è, prima di tutto, uno dei progettisti più controversi della sua generazione. Archistar globale, curatore della Biennale di Venezia nel 2000 e autore di importanti opere in tutto il mondo, ha però esordito professionalmente proprio dalle nostre parti con un progetto che, come il suo autore, fa molto discutere anche dopo trent’anni.

Osservando oggi il cimitero che l’architetto italo-lituano ha realizzato a Civita Castellana, infatti, la sensazione che si prova è di inquietudine e disagio frutto di un disegno decisamente poco felice e, bisogna dirlo, dell’incuria, tutta italiana, che ne ha acuito i difetti.

Descrivendolo brevemente si tratta di un recinto circolare che ne delimita l’area e accoglie le sepolture dei defunti mentre lo spazio interno è utilizzato per una sorta di istallazione architettonica dalla funzione evocativa. L’architetto ricrea in questo luogo tre differenti edifici o, per meglio dire, rappresentazioni di essi simbolicamente sospese su palafitte che richiamano alla chiesa, alla fabbrica e alla casa. Non a caso i tre luoghi che simboleggiano tutto il percorso umano che si compone di spiritualità, lavoro e famiglia. Tra questi “edifici” dei binari ferroviari che attraversano questo spazio simboleggiando, almeno nelle intenzioni, il “viaggio della vita”.

L’idea si rifà dichiaratamente ad un altro progetto, solo di qualche anno precedente, che Aldo Rossi, uno dei più grandi architetti italiani del Novecento, aveva realizzato a Modena: il ben più suggestivo cimitero di San Cataldo.

In questo epigono civitonico infatti gli esiti sono piuttosto discutibili. I binari evocavano piuttosto i sinistri ricordi della Shoah, ed è forse anche per questo che dopo pochi anni sono stati ricoperti con una colata di cemento. Le costruzioni invece, abbandonate all’incuria, sono divenute più un rifugio per uccelli che una metafora dell’esistenza umana.

Questo luogo oggi, già dopo tre decenni, appare così ai suoi frequentatori decadente e vagamente sinistro ed infatti i civitonici non lo hanno mai amato e se ne sono sempre lamentati. Fuksas nella lunga carriera che ha seguito il cimitero di Civita Castellana ha realizzato molti importanti edifici in taluni casi criticati come nel caso della Fiera di Milano o della famigerata “Nuvola” dell'Eur, il nuovo Centro Congressi che forse verrà inaugurato tra qualche mese dopo più di un decennio di ritardi, ma anche opere notevoli come i grattacieli viennesi, l’aeroporto internazionale di Shenzhen in Cina o l’allestimento museale del sito di Niaux in Francia famoso per i suoi magnifici graffiti rupestri.

Questo esordio, tuttavia, appare ancora oggi piuttosto discutibile a maggior ragione se paragonato al felicissimo progetto a cui lo stesso architetto ha collaborato in quegli stessi anni per l’ampliamento sempre di un cimitero ad Orvieto. Insomma Fuksas non è mai stato e mai sarà un architetto al quale si può rimanere indifferenti come dimostrò, da subito, in questo progetto giovanile a Civita.





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